Buongiorno, grazie per questa intervista e per la partecipazione a #GLSummit23. Cosa vi aspettate da questa edizione?
Il Global Summit Logistics & Supply Chain rappresenta per noi sempre una valida opportunità di confronto con il mercato: stare in ascolto per un’azienda come la nostra è fondamentale e ci auguriamo che anche questa volta l’evento ci aiuti a mettere bene a fuoco le esigenze delle realtà che incontreremo.
Pandemia, guerra in Ucraina (e purtroppo non solo quella), crisi energetica e alimentare in questi ultimi anni stanno dando un giro di vite all’economia e al business. Cosa sta comportando tutto questo sul settore della logistica e della supply chain?
Innanzitutto una richiesta sempre più spinta di flessibilità ed agilità, proprio perché la logistica deve costantemente sapersi adattare alle condizioni di mercato. Faccio un esempio: le ben note difficoltà di approvvigionamento degli ultimi anni portano verso scelte di aumento della merce a stock e riduzione del just-in-time, cosa che però ovviamente ha un impatto a livello dei costi. È quindi necessario trovare il giusto punto di equilibrio tra questi fattori in ogni dato momento, non si può più pensare di stabilire una regola fissa ed applicarla per mesi o per anni.
La crisi energetica, tra le innumerevoli ripercussioni, mette a rischio gli operatori della catena del freddo, che devono ad esempio riorganizzare le celle frigo per saturarle al meglio e spegnere le celle vuote, nonché evitare per quanto possibile di prendere contratti che non assicurino una ragionevole percentuale d’uso della cella nel tempo.
Inoltre, usi ed abitudini del post-pandemia ed aumento dell’inflazione stanno influenzando anche la reperibilità di personale logistico a costi “moderati”.
Ciò che i mercati sempre più chiedono è flessibilità, duttilità, capacità di adattare in tempi rapidi i propri prodotti e servizi a richieste ed esigenze nuove e inaspettate. Come aiutate i vostri clienti ad affrontare questa sfida in modo economicamente sostenibile?
Verissimo, tutto dev’essere sempre più flessibile e veloce: le esigenze dei clienti condizionano tempi e modalità dell’offerta delle aziende, quindi la logistica e di conseguenza anche la tecnologia la supporta.
In Generix aiutiamo i nostri clienti principalmente su 3 aspetti:
- Soluzioni standard ma parametrizzabili fino al 98%, cosa che permette di disporre di soluzioni robuste e insieme di modificare la gestione dei processi “al volo”, secondo le condizioni che nascono via via dall’operatività.
- Maggiore ascolto dei clienti: che sia al livello consulenziale o commerciale, dobbiamo capirne a fondo le esigenze e dare soluzioni immediate, mettendo rapidamente in atto progetti di trasformazione o coinvolgendo nella risoluzione della problematica i nostri Product Manager ed i team R&D.
- R&D gestito con la modalità Agile® , che ci consente di avere piani trimestrali per le release software e di occuparci con maggiore efficienza delle “emergenze” e delle priorità.
Su questi 3 punti in particolare riusciamo ad essere economicamente sostenibili per i clienti, a maggior ragione se hanno adottato le nostre soluzioni in modalità SaaS (Sofware as a Service).
Tra gli incubi che dovrebbero oggi rovinare il sonno ai manager aziendali c’è (o dovrebbe esserci) quello di essere vittime di cyber attacchi. In settori come quello della supply chain questo pericolo potrebbe dar vita a enormi problemi: quanta consapevolezza c’è nel settore e tra i vostri clienti?
Non ancora abbastanza consapevolezza, secondo me. Me ne rendo conto quando sento tuttora alcune aziende motivare la scelta dell’on-premise rispetto al SaaS chiamando in causa i costi e non riuscendo invece a valorizzare adeguatamente la sicurezza dei dati e degli accessi, il monitoraggio costante, la ridondanza e le garanzie di continuità del servizio che contraddistinguono il SaaS.
Certo, quelli logistici non sono dati strategici e/o ricattabili in senso stretto, ma se i flussi logistici di un’azienda vengono bloccati il danno economico che ne deriva può essere davvero ingente.