Una delle principali critiche mosse alla Lean Manufacturing è che, nel tentativo di perfezionare i processi ed eliminare gli sprechi, abbia limitato la flessibilità delle imprese in circostanze storiche uniche. Come la Pandemia, ma anche come l’incidente nel Canale di Suez o il rallentamento del settore energetico e petrolchimico negli USA.
La crescita della domanda ha prosciugato le scorte di magazzino di qualunque fornitore di materie prime, semilavorati o componenti, in tutti i settori. E l’intera filiera è in affanno perché l’industria abituata a lavorare secondo il principio del Just in time, minimizzando cioè le scorte di magazzino per contenere i costi, non ha saputo riorganizzare la propria fornitura per far fronte all’impennata della domanda.
Ma il tema della vulnerabilità della catena di fornitura non è nuovo e la crisi ha solo fatto emergere un problema già noto. Anzi proprio il Kanban, dove ben applicato, si è dimostrato un potente strumento Lean capace di far emergere le problematiche nascoste che corrono lungo la Supply Chain.
Incertezza, cicli economici sempre più brevi e difficili, aumento della fluttuazione della domanda sono una realtà destinata a non cambiare. E se la volatilità della Supply Chain è sempre stata una sfida, nell’attuale contesto macroeconomico i rischi aziendali legati all’instabilità della catena di approvvigionamento hanno assunto un’intensità anche maggiore.
Come coniugare quindi la ricerca da parte delle aziende di nuovi modi per competere in ambienti così instabili, padroneggiando l’evoluzione della Supply Chain e rendendola un vantaggio competitivo distintivo? Vedremo come il Reactive Pull sia la soluzione per costruire un modello di catena di fornitura di prossima generazione, determinante per il futuro delle imprese: agile, reattiva, solida e sostenibile.